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LA PITTURA IN SARDEGNA: DAL 1600 AL MURALISMO DEGLI ANNI 70

Il ‘600 e il ‘700
Contemporaneamente ai pittori sardi, operarono altri artisti continentali, tra i quali si distinse Girolamo Imperato, che firmò il Polittico di Sant’Anna per la chiesa del Carmine a Cagliari.
Nel XVII secolo operarono Domenico Conti e Giuseppe Deris, per il resto la pittura seicentesca di buona qualità è tutta di importazione.
Nel %u2018700 la situazione si presenta in termini abbastanza simili, anche in questo secolo continua e si accresce l’importazione dall’Italia di dipinti di livello (anche se talvolta si tratta soltanto di copie).

Il 1800
L’Ottocento pittorico sardo è dominato dalla figura del cagliaritano Giovanni Marghinotti (opere alla Galleria Comunale d’arte di Cagliari), che ebbe una grande notorietà anche fuori dell’isola.
Egli dipinse i ritratti di Carlo Alberto, le pale d’altare per le cattedrali di Oristano, Sassari e Ozieri e per le chiese cagliaritane di Sant’Anna, dell’Annunziata e di Sant’Eulalia. La critica moderna, però, preferì i dipinti più chiaramente romantici che trattano episodi di storia sardo-romana e del Medioevo isolano.

Fra ‘800 e ‘900
Fra ‘800 e ‘900 si distinsero Mario Paglietti, Antonio Ballero e Giacinto Sanna, influenzati dai macchiaioli toscani e dall’impressionismo francese. La seconda generazione di questi artisti iniziò con Felice Melis-Marini, che si dedicò quasi esclusivamente alla tecnica dell’acquaforte, riuscendo a descrivere straordinariamente i particolari e fondendo l’insieme in un’atmosfera soffusa quasi di magia.
Filippo Figari, pittore di grande attività e cultura, fu autore delle decorazioni cagliaritane del Provveditorato alle opere pubbliche, della Camera di Commercio, del Palazzo dell’Enel e particolarmente del Palazzo Comunale, dove è da ammirare la decorazione della sala dei matrimoni con le vicende della tipica famiglia sarda.
La personalità più importante della pittura in Sardegna, nei primi decenni del nostro secolo, fu Giuseppe Biasi (che svolse la sua attività in molti paesi dell’isola), sia per le novità formali e cromatiche, sia per l’influsso che esercitò su molti giovani pittori.
Suoi continuatori furono Giovanni Ciusa Romagna e Carmelo Floris (celebre per i suoi “interni sardi”), ma anche Mario Delitala (che si dedicò anche all’arte dell’incisione), Pietro Antonio Manca e Stanis Dessy.

Il periodo del fascismo
Durante il Fascismo si affermò l’attività di Aligi Sassu, mentre, nel dopoguerra, dipingono sotto l’influenza del Cubismo e di Picasso artisti quali Foiso Fois (la presenza più forte), Vincenzo Manca, Libero Meledina, Costantino Spada e Pietro Mele.

Gli anni ’50 e ’60
Alla fine degli anni’50, legati ad un impegno democratico-marxista della cultura in Sardegna, si distinsero Primo Pantoli, Luigi Mazzarelli (opere alla Galleria Comunale d’arte di Cagliari) e Cipriano Mele (opere alla Galleria Comunale d’arte di Cagliari) e più avanti Ermanno Leinardi, Ugo Ugo e Tonino Casula. Con loro si afferma nell’isola il primo vero e proprio astrattismo, di carattere geometrico-minimalista.

Il muralismo
Negli anni ’70 si afferma il muralismo, che nasce da elementi di popolarità della cultura e dal tema politico del ’68: in Sardegna, questa manifestazione, individua il suo centro tematico e polemico nella condizione dell’isola.
In questa direzione l’esperienza più complessa e intensa è stata vissuta e costruita anno dopo anno a San Sperate, suscitata e sostenuta dall’artista Pinuccio Sciola, e in Barbagia ad Orgosolo.

I contemporanei
Sempre in quegli anni compaiono personalità quali Italo Antico e Zaza Calzia, che, insieme con altri artisti, scindono l’impegno specificatamente politico dal prodotto artistico, e rimanendo legati all’astrattismo, si integrano sempre di più nelle problematiche del mondo contemporaneo.