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Altari lignei del 1700
Testimonianza della scultura del 1700 sono soprattutto gli altari lignei barocchi di gusto spagnolo, intagliati e dorati, che si diffondono in molti centri dell’isola. Databile al1686 è uno dei più antichi di essi, il retablo della Pietà al Sepolcro di Cagliari.
Particolarmente belli sono anche i retabli che arredano la chiesa sassarese di Santa Maria di Betlem, alcuni dei quali eseguiti da Antonio Contena autore inoltre del retablo di Sant’Antonio e dello stupendo pulpito. Lo stesso Contena eseguì, in parte, il Retablo di Sant’Antonio Abate nel Duomo di Castelsardo; qui si conserva anche tutto l’arredo ligneo, che comprende il coro intagliato da Jaume Camilla nel 1765, e il pulpito.
Tra i retabli più belli citiamo quelli di San Filippo Neri, il più antico e singolare per struttura, e quello del Carmelo, dei maestri sassaresi Antonio Sanna e Francesco Carta.

Il rococò
Il rococò è rappresentato dalle numerose statue devozionali, di fattura pregevole e finemente policromate, scolpite da Giuseppe Antonio Lonis.

Il 1800
Nel secolo successivo lavorano Antonio Cano e Andrea Galassi autore della statua dell’Immacolata della Santa Maria di Betlem a Sassari e dei monumenti funerari a Carlo Emanuele e Maria Luisa di Savoia, conservati nel Duomo di Cagliari.
Di stampo neoclassico sono invece la statua marmorea del Beato Amedeo (nella chiesa cagliaritana di Sant’Anna) e quella bronzea di Carlo Felice.

I busti
Nel 1858, con il busto di Alberto Della Marmora, eseguito da Vincenzo Vela inizia una rigogliosa fioritura della ritrattistica scultorea: sono da segnalare a questo proposito anche un busto di Garibaldi a Caprera (1883), opera di Antonio Bistolfi, e ad Oristano, la statua di Eleonora d’Arborea, del fiorentino Ulisse Cambi. A questa fioritura contribuì negli ultimi decenni del secolo, il piemontese Giuseppe Sartorio autore dei monumenti a Vittorio Emanuele II (Sassari), a Quintino Sella (Iglesias) e di un busto di Giovanni Spano, nonché di un numero elevatissimo di sculture sparse per tutta l’isola (ma con particolare concentrazione a Cagliari, nel cimitero di Bonaria).

Il 1900

F. Ciusa
Nei primi anni del ‘900 si afferma la genialità creativa dello scultore Francesco Ciusa (sculture di gesso presso la Galleria d’arte a Cagliari): primo artista sardo ad affermarsi, nel 1907, alla Biennale di Venezia ed autore di opere come l’Impastatrice o la famosissima Madre dell’ucciso, opera caratterizzata da un realismo cupo e introspettivo, simbolo di una rassegnazione senza speranza.
Da menzionare, in questo periodo, anche l’opera di Vincenzo Ierace, autore della statua bronzea del Redentore per la sommità del monte Ortobene.

C. Nivola
Un rappresentante dell’arcaismo espressionista è Costantino Nivola che mirò a recuperare, nelle sue opere, le suggestioni figurali popolaresche o addirittura di età nuragica.
La sua attività si svolse prevalentemente negli Stati Uniti, ma molte sue opere si possono ammirare anche in Sardegna: ad esempio le sculture donate dallo stesso artista alla Regione Sardegna (esposte nel Palazzo del Consiglio Regionale a Cagliari) o le opere conservate nel Museo, a lui dedicato, nel paese natale Orani (Nuoro).
Nel dopoguerra, l’espressionismo di Nivola proseguirà in chiave popolare nelle opere dell’artista di San Sperate (Cagliari), Pinuccio Sciola.