Si racconta che le sale da ballo di Bosa, durante i carnevali del primo ‘900, fossero il luogo di aggressione e scontro violento tra ceti sociali rivali: da una parte i benestanti, dall’altra i pastori e i contadini.
Ciò che di buono rimane di quella drammatica e grottesca tradizione, è l’esigenza di cambiare, almeno per il carnevale, l’assetto sociale della comunità.
E, in effetti, questo è il significato più schietto del carnevale bosano: il riso, la golosità e soprattutto ogni simbolo di fertilità e desiderio sessuale, ne esprimono il bisogno liberatorio.