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ORIGINE E SIGNFICATO 

Per capire il carnevale di Samugheo bisogna rifarsi alle credenze, ai miti e ai riti della cultura pastorale tipica della Sardegna centrale.
Il significato delle maschere di Samugheo appartiene al sacro e al pagano insieme.

La figura de s’urtzu, come attestano alcuni gocius (canti sacri rimati e cantati), aveva un tempo un carattere sacro e si chiamava Santu Minchilleo, nome curioso che ne indicava sì la sacralità, ma anche la semplicioneria.

Tutte le maschere, a Samugheo, cominciavano a comparire in occasione della festa di Sant’Antonio abate, richiamate in piazza dal suono di un corno e pronte a sfilare per le vie del paese.
E’probabile che tra queste maschere ci fosse, sostiene qualcuno, anche sa filadora, figura affine a “sa filonzana” ottanese.
La festa del carnevale si protraeva fino ai primi riti della quaresima, confondendo gli strepiti e le abbuffate di zeppole e vino agli austeri rituali annuncianti la Pasqua. 

Secondo Dolores Turchi, studiosa di tradizioni popolari, anche nelle maschere di Samugheo sono evidenti le tracce degli antichi culti del Mediterraneo arcaico.
In particolare il culto del dio Dioniso. Anzi, secondo la Turchi, il Carnevale sardo tutto è la “commemorazione di Dioniso che ogni anno rinasceva a Primavera come la vegetazione” (Maschere, Miti e feste della Sardegna; Dolores Turchi – Newton Compton).

Ecco gli elementi principali che conducono a questa interpretazione:

  • La parola “Mamutzone”:
    ha la stessa radice di alcuni epiteti con i quali veniva chiamato Dioniso.
    E il comportamento dei Mamutzones è simile a quello dei seguaci di Dioniso, così come viene descritto dalle fonti classiche.
  • S’Urtzu
    rappresenta il dio che viene immolato, ha le sembianze di un capro e questo era uno dei modi nei quali, più frequentemente, si manifestava Dioniso.
    Il sacrificio de s’Urtzu-Dioniso è “cruento”: sotto le pelli di capra tiene una vescica piena di sangue e acqua. E quando cade a terra, sotto le percosse de su ‘Omadore, la vescica si spacca e la terra si impregna di sangue.
    Dioniso rinasce dopo una morte sofferta, la terra è nuovamente fertile e prodiga di frutti dopo la “morte invernale”, ma solo dopo che il sacrificio cruento si è compiuto.
  • Sos Mamutzones
    invece rappresentano i seguaci del dio: portano copricapi cornuti mentre s’Urtzu ha il capo interamente coperto dalla testa di un caprone.
    Imitano il dio, lo adorano, si dimenano scomposti, danzano, cercano di raggiungere l’estasi per farsi possedere dal dio.
    Il parallelo è con le menadi seguaci di Dioniso. La parola mainades in greco sgnifica “le pazze”.