Quando si svolge l’evento
- il 17 Gennaio, nel giorno di Sant’Antonio Abate, che segna l’inizio del carnevale
- il giorno di martedì grasso
- la domenica della Pentolaccia
- a Settembre, alla fine dell’estate, in occasione della Festa di San Cosimo.
Descrizione
- Sos Mamuthones
sono uomini vestiti con una pelle nera di pecora, sa mastruca, portata sopra abiti di velluto, il capo ed il berretto avvolti in un ampio fazzoletto, indossano maschere di legno, antropomorfe, nere dall’aspetto severo e terribile.
Procedono in gruppo, compatti e con passo lento e pesante, si annunciano alla folla con un frastuono da bolgia infernale: sulle spalle portano grappoli di campanacci pesantissimi, al collo sono appesi altri campanelli più piccoli, gli stessi usati per i buoi, che fanno risuonare muovendo le spalle e con salti ritmati. - Sos Issokadores (o Issohatores)
accompagnano i Mamuthones: sono uomini dal volto scoperto, con pantaloni e camicia di tela bianca e corpetto di panno rosso; la berritta è fermata sul capo da un fazzoletto, sui fianchi portano uno scialletto di lana e hanno campanacci simili a quelli dei cavalli.
L’oggetto tipico de s’Issokadore e sa soca, funi di fibra vegetale (anticamente erano di cuoio), che sos Issokadores lanciano tra la folla nel tentativo di acchiappare qualcuno, in genere donne giovani e attraenti.
Origine e sigificato
L’origine di queste maschere non è mai stata scoperta.
Antropologi, etnologi e studiosi di tradizioni popolari hanno tentato le più svariate ipotesi
Secondo alcuni si tratta della rappresentazione di un antico avvenimento: una battaglia tra Mori e Sardi, finita con la vittoria di questi ultimi
I Sardi, celebrarono la loro vittoria, costringendo i prigionieri a vestirsi da Mamuthones, come segno della loro sottomissione.
Gli Issokadores, secondo questa ricostruzione, rappresenterebbero i Sardi vittoriosi che soggiogano il nemico
Secondo Dolores Turchi, studiosa di tradizioni popolari, i Mamuthones hanno origine in tempi ancora più remoti: sarebbero da mettere in relazione con ancestrali riti di fertilità, riconducibili a culti dionisiaci diffusi in tutto il Mediterraneo.
Qualunque sia l’origine del rito, il mistero che lo avvolge rimane e si manifesta ogni anno a Mamoiada.
Al Museo della vita e delle tradizioni sarde di Nuoro, nelle sale del Carnevale Barbaricino, sono documentate alcune delle manifestazioni più tipiche del carnevale in Barbagia, in particolare del carnevale di Mamoiada, Ottana e Orotelli
In questi centri ancora persistono le antiche forme di teatralità popolare svolte con rituali derivati dalla cultura agro-pastorale, e dal rapporto di dominio e dipendenza tra l’uomo e l’animale.
Durante il carnevale l’uomo si traveste da bestia per esorcizzare il pericolo di un imbestiamento e della dipendenza emotiva, che deriva dalla centralità dell’animale nella vita del pastore.
Curiosità
Per l’occasione si prepara “su papassinu nieddu”, una sorta di focaccia, con miele, mandorle, noci, uva passa e sapa
Arrivare
Partendo da Nuoro, prendere la S.S. 389 in direzione Mamoiada (34 km)