IL PANE NELLA VITA
rituali e credenze
Il pane era il nutrimento per eccellenza, il pane era vita esso stesso. Il suo significato non si limitava però al valore alimentare, ma andava ben oltre e toccava tutti i momenti salienti della vita dell’individuo e della comunità. Fino a diventare strumento di fede o mezzo magico.
Persino la stessa panificazione doveva seguire rituali ben precisi, che spesso sfociavano nella magia: in effetti anche la trasformazione della farina in alimento fragrante, attraverso il mistero della lievitazione, sembrava possedere in sé qualcosa di magico.
Ecco che…
…se il pane si bruciava era segno nefasto
…se si rovesciava dentro il forno annunciava addirittura una disgrazia
…se infine si spaccava durante la cottura presagiva la morte di un familiare.
Il pane era investito di tutta una serie di norme e di divieti, da osservare rigidamente per conseguire il buon andamento della casa.
Tali norme pare che derivino dall’identificazione fra pane ed essere umano. Ed infatti il pane:
- non doveva essere buttato per terra e, se questo accadeva, doveva essere raccolto e baciato
- non doveva essere posto capovolto sulla tavola
- non poteva essere trafitto dal coltello se non per mangiarlo
- di venerdì non poteva essere tagliato, ma solo spezzato con le mani
Il pane era dunque un simbolo positivo di prosperità: pertanto veniva usato anche come amuleto, ad esempio appeso all’ovile per propiziare una buona annata. Era anche impiegato in forme di medicina magica.
La stessa rigidità delle prescrizioni che riguardavano il pane era estesa anche al lievito:
- se si guastava non si gettava, ma lo si usava come cibo per gli animali
- se si ammuffiva, veniva bruciato come gli oggetti sacri ormai inservibili;
- se perdeva efficacia, veniva “battezzato” con gocce d’aceto ed acqua benedetta.
Curiosità
per lievitare la pasta si usava solo la parte morbida del GIMISONE, il pane precedentemente fermentato. Nel nuorese la sua crosta veniva bollita ed utilizzata per preparare una pietanza condita come i maccheroni. La stessa crosta mangiata cruda, invece, si credeva che avesse la facoltà di far sviluppare il seno.
*Il proverbio*
Chie hat pane/mai no morit.
Chi ha pane, non muore mai.
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