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IL 1700 E IL 1800

Alla fine del 1700 i vini sardi furono duramente criticati dal gesuita novarese Francesco Gemelli: nell’opera Rifiorimento della Sardegna.
Gemelli lodò i sistemi di coltivazione ma condannò la vinificazione e definì i vini sardi troppo forti e di poca digeribilità.

Nell’Ottocento il vino veniva venduto alla Francia come semilavorato: era usato per fortificare i deboli vini d’oltralpe.
Il commercio era in mano a intermediari, prevalentemente capitani di bastimenti genovesi.

L’enologia sarda subì una svolta quando venne fondata la Regia Scuola Enologica di Cagliari.
Per alcuni decenni ci fu una vivace sperimentazione che dette un decisivo impulso alla crescita delle aziende vitivinicole dell’epoca.

Vennero valorizzati i principali vini da dessert isolani e i cosiddetti vini da pasto dell’epoca. Anche attraverso innovazioni di impronta Francese-Piemontese, che rappresentavano le scuole enologiche di riferimento.