prima pagina | la parola a Jeff | il sito “fly for life”
- Ciao Jeff… Ci racconti com’è nato il progetto “fly for life”?
Fly for life significa volare per vivere…
È una massima che sintetizza bene
la mia esperienza di vita, quello
in cui credo e quello per cui
combatto ogni giorno.
- Puoi spiegarti meglio…
Certo…Vedi, molti anni fa io ho avuto un grave incidente stradale, con delle conseguenze sul piano fisico piuttosto pesanti.
Come puoi immaginare, all’inizio non
è stato facile… Col tempo però questo incidente mi ha aiutato a scoprire
che dentro di me esisteva
una grande forza, che non avrei mai creduto di possedere.
La voglia di vivere, di non mollare, la voglia di ribaltare una situazione difficile e di non darmi per vinto…
Lo sport ha avuto un ruolo fondamentale in questo processo…
- E allora?
Il senso del progetto fly for life è proprio questo: mettere a disposizione degli altri la mia esperienza di vita…
Io credo che tutto quello che non si dona va perduto.
Fly for life nasce perciò con l’intenzione di offrire a tutti i ragazzi che hanno avuto un problema simile al mio le stesse opportunità che io ho avuto la forza di creare da solo.
La formula è: riacquistare fiducia in se stessi attraverso la pratica sportiva, attraverso il confronto con gli altri, sconfiggendo tutti i pregiudizi culturali e sociali che esistono attorno
ai ragazzi diversamente abili.
- Jeff, in concreto, in cosa consiste il progetto fly for life?
Fly for life è il progetto di un grande centro sportivo dedicato agli sport acquatici, in cui ragazzi normodotati e ragazzi diversamente abili possano condividere insieme un’esperienza di vita unica, importantissima per entrambi…
Per inciso, io penso che sia sbagliatissimo isolare i ragazzi diversamente abili dagli atri ragazzi, creare uno spazio tutto loro in cui possano vivere al riparo dalla realtà vera…
Invece, è importante che i ragazzi diversamente abili vengano inseriti insieme agli altri, dividano con gli altri le proprie esperienze, perché la crescita è nel confronto, ed è reciproca…
- A che punto è il progetto?
Per ora, il progetto fly for life è un piccolo centro sportivo sull’isola de La Maddalena: una scuola federale di sci nautico riconosciuta dal CONI e della Federazione Italiana Sci Nautico.
Non abbiamo molte strutture: una piccola piattaforma fissa, un piccolo banchinamento e, naturalmente, nessuna barriera architettonica…
In compenso però, in tutti noi c’è un grande entusiasmo…
- Cosa vorresti che fosse il progetto fly for life tra qualche anno?
Vorrei che fosse una scuola in cui si
potessero praticare tutti gli sport d’acqua.
Vorrei che, in più di adesso, potessimo avere un’aula didattica, degli spogliatoi, un punto ristoro per gli atleti e per i loro familiari… Non molto di più…
Non è una questione di strutture materiali… Il progetto fly for life è soprattutto un progetto culturale.
Sconfiggere il pregiudizio,
aiutare i ragazzi che l’hanno perduta a ritrovare la voglia di vivere, ecco quel che vorrei al di sopra di tutto…
- In tutto questo, come si inserisce la tua scelta di essere su Internet con un tuo sito?
Io credo che, alla luce di come la società si sta evolvendo, essere su Internet sia una cosa fondamentale.
Però non è importante solo stare su Internet: è importante soprattutto come si sta nella rete.
Il mio sito sarà un sito chiaro, completo.
Completezza e qualità sono fondamentali per fare in modo che tutte le persone che sono interessate al progetto fly for life possano avere un quadro dettagliato e trasparente di quello che noi vogliamo, di quello che sappiamo e non sappiamo fare.
Così, chi sceglierà di percorre insieme a noi un pezzo della sua strada, chi deciderà di venire a trovarci, non resterà deluso…
- Jeff, un’ultima domanda: quale messaggio vorresti lanciare a chi leggerà questa intervista?
Vorrei dire che a volte il limite fisico può apparire insuperabile, ma non importa.
Se si prova, si è già sulla strada giusta. La cosa che conta davvero è la volontà di
vivere e di voler ribaltare la situazione. Nient’altro…