home page | le forme e gli usi | la storia | la lavorazione | le parole della ceramica | libri | links
La produzione ceramica odierna riprende forme e modelli legati alla tradizione seicentesca dell’estrecho de terra, cioè alle stoviglie di terra cotta destinate alla preparazione e conservazione di cibi, al trasporto e al consumo di liquidi.
Possiamo distinguere fra ceramica popolare, legata agli oggetti d’uso quotidiano e alla tradizione, e ceramica artistica che merita un discorso a parte e alla quale, in questo ipertesto, dedicheremo solo poche righe.
———————————————-
LA PRODUZIONE POPOLARE
———————————————-
Sebbene non esista una tipologia della ceramica popolare sarda, tuttavia vi sono oggetti diffusi un po’ in tutta l’isola.
Di solito appartengono alle suppellettili utilizzate nella vita quotidiana.
Su strexiu de terra (gli utensili di terracotta) era una parte importante del cosiddetto “corredo della sposa”, composto anche da 40 pezzi tra brocche, pentole e vasi.
Su strexiu de terra era realizzato dalle esperte mani de su strexaiu,
nel Campidano o de su congiulargiu a Oristano
BROCCA DELLA SPOSA
è il recipiente per l’acqua che faceva parte del corredo nuziale.
Si teneva in camera da letto, solitamente sul comò.
È caratterizzata dalla decorazione eccessiva che rimanda a modelli barocchi seicenteschi: i motivi floreali si sposano con figurine simboliche che appartengono all’immaginario religioso.
La brocca della sposa era un oggetto con diverse funzioni:
era utile come contenitore dell’acqua
era un oggetto d’arredamento, per via delle decorazioni
ma soprattutto la brocca della sposa assolveva a funzioni magico-religiose, le figurine erano infatti angeli o santi devoti agli sposi.
Si distinguono quattro tipi di brocche della sposa:
- brocca di Oristano
ha collo basso con restringimento interno, anse a nastro.
All’interno è invetriata e all’esterno è decorata con motivi floreali e figure di animali. Di solito reca nella sommità la figura di Eleonora d’Arborea. - brocchetta di Dorgali
ricoperta di ingobbio (impasto argilloso liquido usato per rivestire la ceramica, prima della cottura) e invetriata di verde per metà, richiama nella decorazione sa tunda, il pane della tradizione sarda.
- brocchetta campidanese
è invetriata dentro e fuori, ma solo per metà.
Ricoperta di ingobbio, presenta una seconda apertura per favorire il deflusso dell’acqua.
Anche questa brocca ha decorazioni plastiche simili a quelle del pane.
MARIGA
brocca per acqua, invetriata internamente e nel collo.
In genere è senza decori.
Si distingue dalle altre brocche per il collo alto e cilindrico e per le anse a cordone.
Il termine, usato nel campidano, indica un’antica unità di misura per vino (mariga de dexi, de binti).
C’è anche sa mariga della sposa che ad Assemini viene chiamata ricamada per via de sa cannaca (la collana) incisa nel “petto” della brocca, che rimanda a sa cannaca indossata dalla sposa.
ORCIO
meglio conosciuto come brunnia a Oristano e ad Assemini.
È un contenitore di diverse dimensioni a scarada (a scalare).
È destinato alla conservazione di diversi tipi di alimenti: olio, sapa, olive, pomodori secchi, conserva di pomodoro, e quant’altro destinato all’uso alimentare.
Sa brunnia è invetriata all’interno e nella parte esterna del collo.
Ha forma tondeggiante e panciuta, con anse, e collo basso e largo
per facilitare l’ingresso e l’uscita degli alimenti.
Anche sa brunnia può essere decorata con sa cannaca che spesso
è una vera e propria firma d’autore de su strexaiu.
SCIVEDDA
conca invetriata all’interno, utilizzata per impastare farina e acqua, ma talvolta anche per il bucato
o per rigovernare i piatti.
CASSAROLA
tegame da fuoco a un manico realizzato a scarada.
È usato per la preparazione della glassa (sa cappa) per rifinire i dolci.
TIANU o cassola
tegame da fuoco utilizzato per cucinare carne o pesce in umido cun bagna (sugo), sa cassola appunto.
FREGUERA
simile a sa scivedda, ma meno profonda e con l’interno invetriato solcato da decori perché usata per gli impasti de sa fregua (la fregola sarda).
FRASKU
fiasco invetriato di giallo-verde sull’orlo.
Il collo è poco alto e libero dalle anse, presenta un foro (s’antosa, da ventosa forse) sulla pancia per favorirne il deflusso dell’acqua.
Il lato opposto è schiacciato per facilitare il trasporto sulla spalla.
È usato soprattutto dai contadini.
Sa stangiada è una variante de su frasku, si differenzia
per il collo alto cui si congiungono le anse.
GALLETTO
vaso con ansa, becco-versatoio e foro di riempimento, veniva chiamato anche brocolittu ovvero piccola brocca.
La gallinella è ormai un motivo ricorrente in tutta la produzione ceramica sarda tanto che ormai ha perso la sua destinazione d’uso iniziale in favore di puro oggetto artistico.
———————————————-
LA CERAMICA ARTISTICA
———————————————-
La ceramica artistica rielabora e interpreta le forme della tradizione popolare, oppure inventa ex novo forme che sono frutto della ricerca personale dell’artista che le esegue.
In questo caso non troviamo più marigas e fraskus, ma creazioni fantasiose liberamente ispirate.
Nel recente passato artisti e designers hanno collaborato con gli artigiani locali per dar vita a “quel rinnovamento entro la tradizione”, secondo le parole di Tavolara che, con Badas, è stato uno dei maggiori artisti a fornire disegni per l’artigianato sardo.
Foto, dall’alto:
Stangiada, SP
Brocca della festa (fine XIX sec.), © Ilisso
Mariga, SP
Scivedda, SP
Freguera, SP
Ceramica artistica, F. Farci