L’istituto della festa
La festa, in tutte le epoche e nelle diverse realtà culturali, ha rappresentato un elemento molto importante dell’esistenza umana. La festa è retta dal principio della parità in cui non vi è alcuna differenza tra ricco e povero, vecchio e bambino, uomo e donna. In tal contesto le crisi del quotidiano vengono cancellate e si propone un mondo magico di spensieratezza e allegria.
La sospensione della norma
La festa rappresenta per la collettività un momento di apertura in cui cadono i ruoli e i normali comportamenti. Il mondo “alla rovescia” appare un mito che evoca la realtà. In Sardegna l’ideale della parità è il motore di ogni rapporto di scambio.
La regola è molto semplice, ma di principio assoluto. A ogni dono deve corrispondere un controdono, ad ogni prestazione una controprestazione. La legge del do ut des è alla base della parità e quindi della festa in Sardegna. Questo è un modo per abbattere le barriere che separano i diversi ruoli sociali. La dimensione più concreta della festa in Sardegna è quella in cui si mangia, si beve, si guarda, si ascolta e si gode nella spensieratezza di un tempo magico e meraviglioso.
Il selvatico nelle tradizioni sarde
La tradizione Sarda è contrassegnata dal confronto/scontro tra città e villaggio, tra due concetti distinti di vita e cultura che vengono di continuo riproposti nel presente sotto le vesti festive e carnevalesche di maschere e danze ripescate da un passato ancora vivo e vitale delle nostre comunità.
La mascheratura sarda si identifica nel mondo proprio per i suoi tratti selvatici e animaleschi.
Dall’ideologia alla tradizione
Gli uomini – bestia, l’uomo selvatico, il diavolo ecc.. vengono ridicolizzati e “presi in giro” nelle esibizioni carnevalesche. L’obiettivo è quello di esorcizzare il male e cacciare via i problemi e i cattivi pensieri che la vita presenta.
I ceti popolari sardi sono stati in grado di trasfigurare in maschere carnevalesche e ridicole l’immagine del diavolo, allontanandolo e rendendo immuni le loro vite esaltando i piaceri: del mangiare, dell’amore e del ridere. La maschera sarda ti rimanda a una dimensione lontana e arcaica che affascina e coinvolge. Quella forma artistica destinata a coprire il volto umano che ti provoca nell’animo un’impressione mista di interesse per l’esotico o di ammirazione per una spontaneità espressiva primordiale.
Il Carnevale in Sardegna
Il Carnevale è considerato una vera e propria festa, anche nei centri più interni della Sardegna, in cui si opera una rassegna ed una rappresentazione delle basi sociali e morali del vivere collettivo.
A Carnevale ci si diverte gareggiando, mascherandosi, mangiando e bevendo meglio o almeno più del consueto, ballando.
Il ballo si caratterizza per la frequenza, davvero rilevante, con la quale si fa. Si balla molto, si balla più che in altri periodi dell’anno e tutti possono usufruire di questo divertimento. Ballano vecchi, uomini maturi, donne, giovani e bambini.
Luca Gungui
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