Home E Un’Isola un Continente E LA STORIA DELLA SARDEGNA>BISANZIO E LA SARDEGNA CRISTIANA 

Le notizie sulla diffusione del Cristianesimo in Sardegna nel corso dei primi secoli sono incerte. Nell’isola la dottrina cristiana arrivò probabilmente attraverso i mercanti e i militari che arrivarono da Roma, ma già da prima, in età imperiale, molti cristiani, indesiderati a Roma, vennero deportati in Sardegna e cominciarono a predicare il vangelo.

I martiri e i papi sardi
I cristiani furono perseguitati in Sardegna come in tutto il resto dell’impero romano, e anche i sardi ebbero i loro martiri: Simplicio, Gavino, Lussorio e Saturno, condannati a morte tra il III e IV secolo d.C., sotto Diocleziano.
Fra il 315 ed il 371 d.C., due vescovi sardi furono particolarmente attivi nella predicazione del Cristianesimo, Eusebio e Lucifero, mentre nel secolo successivo altri due sardi, Simmaco e Ilario, divennero Papi.
Incerte sono invece le vicende relative ad Efisio un santo ancora oggi molto venerato in Sardegna, che, secondo la tradizione, sarebbe stato condannato a morte sotto Diocleziano e decapitato a Roma.

I Vandali nell’isola
Nel 455 d.C. i Vandali dopo aver saccheggiato Roma, occuparono la Sardegna, rimanendoci sino al 534. Nel periodo dei Vandali l’Isola non conobbe molti mutamenti dal punto di vista sociale ed economico, gli invasori si limitarono a riscuotere solo le tasse dalle varie categorie dei proprietari terrieri. Un certo cambiamento si ebbe sul piano della religiosità, con la diffusione del Cristianesimo. Infatti i re vandalici, stabilitisi in Africa settentrionale, professavano l’Arianesimo, una dottrina ereticale dei primi secoli del Cristianesimo, combattuto dalla chiesa di Roma, e utilizzarono la Sardegna come terra di esilio per quei cristiani che si opponevano alle loro posizioni religiose.
Così nell’Isola arrivarono numerosi vescovi e monaci che svolsero un’intensa opera di evangelizzazione nei confronti delle popolazioni sarde ancora legate a forme antiche di religiosità e a riti pagani.

La Sardegna Bizantina
Nel 534 Giustiniano, imperatore d’oriente, volendo riconquistare la parte occidentale dell’impero, entrò in lotta con i Vandali. Con la sua vittoria tutti i domini vandalici, e tra questi la Sardegna, entrarono a far parte dell’impero bizantino.
Sotto il dominio di Bisanzio, la Sardegna conobbe un lungo periodo di pace, ma non di prosperità: era ai margine dell’impero e la presenza della capitale si faceva sentire soltanto attraverso la rigorosa e pesante riscossione delle tasse.
La Sardegna era governata da un preside e da un dux: il primo risiedeva a Cagliari e aveva compiti di amministrazione civile: emanava leggi, si occupava della giustizia e delle tasse nell’Isola. Il dux risiedeva a Forum Traiani (oggi Fordongianus(OR)) e aveva compiti militari: con truppe mobili e con guarnigioni stabili residenti nelle fortificazioni strategiche, doveva garantire la difesa del territorio da attacchi esterni ma doveva anche tenere a freno la bellicosità dei Barbaricini, gli abitanti delle Barbage, le zone montane intorno al massiccio del Gennargentu.

Gregorio Magno e i Barbaricini
Le notizie sul periodo bizantino sono incerte e lacunose. I dettagli maggiori ci vengono dalle lettere di Gregorio Magno, papa dal 590 al 604, e sono perciò limitati a quegli anni.
Nelle sue lettere sono contenuti riferimenti sulla necessità di un’opera coraggiosa per arrivare alla conversione al Cristianesimo delle popolazioni barbaricine. Fu proprio grazie ad alcune lettere del papa che un capo tribù barbaricino, Ospitone, promosse la conversione della sua gente.

Le chiese paleocristiane
Le chiese paleocristiane di San Giovanni di Sinis, nei pressi di Oristano e di San Saturno a Cagliari sono due significativi esempi dell’architettura bizantina e sono anche le più antiche chiese edificate in Sardegna.

La minaccia araba
Nel corso dell’VIII e IX secolo la vita dei paesi del Mediterraneo fu sconvolta dall’espansione degli Arabi. La Sardegna, perso ogni contatto commerciale e politico con Bisanzio, restò isolata di fronte agli attacchi dei musulmani: i centri costieri venivano continuamente saccheggiati, gli abitanti catturati e venduti come schiavi.
Iniziò così lo spopolamento delle città e dei villaggi sulla costa, poiché le popolazioni si spostarono verso l’interno alla ricerca di luoghi più sicuri. Agli inizi dell’IX secolo la pressione degli Arabi si fece ancora più minacciosa e i sardi abbandonati da Bisanzio dovettero darsi una organizzazione politica autonoma per fronteggiare la minaccia musulmana: fu questa, molto probabilmente l’origine dei Giudicati.