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La ceramica
La ceramica dell’età nuragica ha molte affinità con la ceramica delle epoche precedenti anche se vengono introdotte nuove forme di vaso come le olle, i grandi tegami, le brocche a becco e le lucerne; le decorazioni, a impressione o a incisione, sono semplici e sobrie.
Dall’anno 1000 in poi sulle ceramiche nuragiche si nota l’influsso della produzione fenicia e greca: compaiono nuove forme e, per la prima volta, decorazioni dipinte. Le forme della ceramica nuragica sono dure, arcaiche e anche quando si ingentiliscono nelle linee o attraverso le decorazioni, mantengono un aspetto austero e forte.

I bronzetti
Questa arcaica austerità emana ancora oggi, dopo più di 3000 anni, dai bronzetti, piccole statuine di bronzo.
I nuragici sono maestri nella fusione dei metalli, in particolar modo del bronzo: spade, pugnali, asce bipenni, spilloni e altri oggetti rivelano una notevole perizia realizzativa.
Preparavano lo stampo di un dato oggetto scavando una matrice in un blocco di steatite, un pietra vulcanica resistente al calore, poi colavano dentro lo stampo il bronzo fuso che si raffreddava nella forma voluta.

I bronzetti erano realizzati, invece, con la tecnica della cera persa su matrici d’argilla e rappresentano il culmine dell’abilità tecnica degli artigiani-artisti nuragici; ma soprattutto esprimono in maniera diretta lo spirito di quel popolo.

I bronzetti rappresentano uomini, animali, navicelle votive, oggetti e avevano sia funzione di ex-voto, venivano offerti in dono alla divinità, ma anche pratica e ornamentale.
Sono oggetti stilizzati, ma precisi nel realismo dei particolari, e sono importanti documenti storici: rivelano, infatti, molti aspetti della vita sociale delle genti nuragiche e dell’ambiente naturale nel quale vivevano.

Le popolazioni nuragiche non ci hanno lasciato una documentazione scritta, perché ignoravano la scrittura, quindi soltanto con le testimonianze dell’architettura e dell’artigianato possiamo ricostruire, anche se solo parzialmente, il modo di vivere, le abitudini e la cultura di quelle genti.

I bronzetti riproducono strumenti di lavoro o di trasporto, come i carri e le navicelle; uomini di diverso rango sociale: capi, sacerdoti, guerrieri, pastori, suonatori, pugilatori, madri col proprio figlio; esseri soprannaturali dotati di molti occhi e di molte braccia, legati ad un mondo religioso del quale non riusciamo a capire pienamente i valori; animali domestici e non come buoi, pecore, mufloni, cinghiali, cervi, volpi, cani, colombe.
Solo il cavallo non viene riprodotto, segno che i nuragici non lo conoscevano.

La scultura
Gli scultori nuragici rappresentavano spesso nelle loro opere gli stessi nuraghi: ci sono pervenuti numerosi esemplari di nuraghe in pietra, argilla e anche in bronzo, provenienti dai santuari.

Molto più raramente rappresentavano figure umane: i cosiddetti pugilatori e arcieri (in realtà sono personaggi che agiscono in giochi sacri), ritrovati a Monte Prama, presso Oristano, sono le uniche sculture di epoca nuragica ritrovate in Sardegna. Le statue riprendono, in dimensioni sovrumane, le iconografie e i modelli stilistici di alcuni bronzetti.