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GLI SCAFI GIUDICALI

Nel XIII secolo le navi romane furono ricoperte da una colmata di abbondante pietrame – proveniente in buona parte dalle rovine romane, come testimoniano i frammenti di colonne – rinforzata con pali.

In questo modo fu portata avanti la linea di costa, per superare la parte resa inagibile dalle navi romane ed arrivare a fondali più profondi e liberi.
All’interno della colmata sono stati rinvenuti cinque relitti, già vecchi all’epoca dell’affondamento, di dimensioni minori rispetto a quelli romani.
Delle navi giudicali, una fu affondata in seguito a un incendio, due furono abbandonate e due furono utilizzate nella colmata.

Notevole è una delle navi riutilizzata: senza chiglia, era lunga 12 m. e larga 2 m. e mezzo, era quindi velocissima ed è oggi un prezioso documento per ricostruire le tecniche navali del tempo.
Fra i reperti relativi al periodo medievale, numerosissimi, notevoli sono le coppe pisane e liguri, la ceramica siciliana, i calici e i bicchieri di vetro, le produzioni in ambito musulmano ecc., che testimoniano il grande rifiorire della città di Olbia.