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I CIBI DI UNA TAVOLA MEDIEVALE SARDA

Carne e pesce
Anche in Sardegna, come nel resto d’Italia, si consumava molta carne.
Ad essa si affiancava il pesce (anguille, muggini, sardine), per quanto la vocazione contadina dell’Isola abbia sempre avuto la meglio, nel corso dei secoli, su quella marinara.

Grano e pane
La cultura cerealicola era diffusissima in Sardegna fin dall’antichità: Cartaginesi e Romani consideravano l’isola il “granaio” del Mediterraneo.
La produzione di grano continuò anche nel Medioevo, seppure in maniera non uniforme.
Il grano sardo era essenzialmente di tipo duro e con esso si ricavava il pane, alimento principe sulla tavola dei sardi. L’infinita varietà di pani che ancor oggi caratterizzano la cucina sarda testimonia l’importanza che questo alimento ha rivestito, nei secoli, per l’isola.

Formaggio
Si consumava il formaggio, di pecora sopratutto, stagionato ma anche fresco – a volte impilato tra foglie di felce – e salato. Questi formaggi esistono ancora oggi e sono facilmente reperibili nei paesi del nuorese.

Ortaggi
Si consumavano fave, fagioli, ceci, lenticchie, lupini, cavoli, porri, cipolle, cicoria.
Le fonti citano ancora spinaci, bietole, asparagi, lattuga, funghi e lumache.

Oli
L’olio d’oliva era generalmente sostituito da quello ottenuto dal lentischio o dallo strutto prodotto dal grasso di maiale.

Frutta
Erano molto diffuse le mele e le pere, mentre arance e fichi d’India furono introdotti successivamente.
Si mangiavano limoni, fichi, sia freschi che secchi, noci, nocciole e castagne, oltre a more, fragole e corbezzoli.

foto: coccoi, pane a pasta dura