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IL NOME
“Fiore Sardo” pare che risalga al fatto che all’interno delle forme in legno ci fosse scolpito un fiore di asfodelo stilizzato, che rimaneva impresso in ogni forma prodotta.
Oggi le forme che si utilizzano sono in acciaio inox, ma questa è una delle poche innovazioni tecniche nella produzione del formaggio.

Ogni pastore-produttore si alza all’alba per la mungitura e, raccolto il latte, si sposta all’interno dell’ovile a fare il formaggio.
Seduto su uno sgabello di fronte a su lappiolu, la grossa pentola che contiene il latte coagulato, il pastore dà forma al Fiore Sardo come facevano gli antichi.
Un modo di fare il formaggio che ha un fascino antico,
non riproducibile fra i sofisticati macchinari dei caseifici.