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LA CITTÁ

Karales era la stazione di partenza di ben quattro strade che attraversavano l’intera isola dal sud al nord.

Il suo abitato si sviluppava lungo la costa per una superficie di circa 300 ettari: i punti estremi di questo territorio erano costituiti dall’attuale Viale Sant’Avendrace e dalla regione di Bonaria, dove per altro trovavano posto le necropoli. Per la legge romana, infatti, i sepolcri non potevano essere ospitati all’interno delle zone urbane.

Il cuore di Karales, come in tutte le città romane, era costituito
dal Foro, dove sorgevano i principali edifici pubblici e religiosi: la curia municipale, l’archivio provinciale, la sede del governatore, la basilica, il tempio di Giove Capitolino.
Purtroppo non si conosce la localizzazione esatta di questi monumenti: si sa però che il Foro doveva essere situato nell’attuale Piazza del Carmine. 

Attorno al I secolo d.C. Karales divenne municipium, ossia una città autonoma con cittadinanza romana.

La sua popolazione col tempo divenne più numerosa, fino a raggiungere circa 20.000 abitanti.
La città fu interessata da una serie di interventi edilizi di pubblica utilità: fu realizzata una complessa rete fognaria, mentre strade e piazze furono pavimentate.

Nel 140 d.C. fu costruito l’acquedotto, che molto probabilmente prendeva l’acqua dalla sorgente di Villamassargia e, attraverso Siliqua, Decimo, Assemini, Elmas, arrivava in città passando per il quartiere di Stampace.

Curiosità 
Nel corso del I secolo d.C. sappiamo che Karales fu persino dotata
di eleganti passeggiate coperte da portici.
Di epoca poco più tarda è l’anfiteatro, scavato nella roccia, che
aveva una capacità di oltre 10.000 posti.

testi di Grazia Villani
foto dall’alto:
-Anfiteatro Romano di Cagliari (M. Vacca)
-Villa di Tigellio, Cagliari: particolare colonne (PC. Murru)
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