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ZOOM: LA GROTTA DELLA VIPERA
La cosiddetta Grotta della Vipera è in realtà una tomba scavata nella roccia, che si trova nella necropoli di Sant’Avendrace.
Costruita tra il I e il II secolo d. C., essa riproduce la facciata di un tempio con colonne: è chiamata così per la presenza, ai lati del frontone, di due serpenti, simbolo di fedeltà coniugale e vita eterna.
Il monumento fu dedicato dal romano Lucio Cassio Filippo alla moglie Atilia Pomptilla, per ricordarne in eterno la memoria e l’amore dimostratogli.
La leggenda narra infatti che Atilia avesse pregato gli dei perché prendessero la sua vita in cambio di quella del marito, gravemente ammalato.
Gli dei, impietositi, la accontentarono: Filippo poté continuare a vivere grazie all’estremo sacrificio della moglie.
La triste storia viene ricordata anche sulla parete della grotta, dove, in un’iscrizione in lingua greca, si legge:
Possano, le tue ceneri, o Pomptilla, tramutarsi in viole e in gigli,
e fiorire nei germogli delle rose, del croco odoroso e dell’eterno amaranto.
Possa tu rinascere nei bei fiori del garofano,
affinché il tempo, così come per Narciso e Giacinto,
conservi anche il tuo fiore tra coloro che verranno.
Mentre infatti, il respiro di lei si affievoliva,
accostandosi Filippo alle estremità delle sue labbra,
ne accoglieva l’anima;
così Pomptilla, stando accanto al marito che respirava a fatica,
scambiava la sua morte con la vita di quello.
testi di Grazia Villani
foto, dall’alto:
– Grotta della Vipera, ingresso (PC. Murru)
– Grotta della Vipera, particolare (PC. Murru)
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