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SEDDA AR VACCAS – GORROPPU
Un percorso molto vario, tra piante di tasso plurisecolari e panorami mozzafiato. Potrete avvistare aquile e mufloni. 

Arriviamo a Sedda ar Vaccas
Partendo da Olbia e percorrendo l’Orientale Sarda verso Baunei, al km 25 da Dorgali, si trova il valico di Genna Cruxi, dove ha inizio la strada per il Supramonte di Urzulei.

Il primo tratto è asfaltato; poi, attraversato il pia­noro di Campu Pranu Oddeu, la pista, ora bianca, scende verso gli ovili di Campos Barjos (abitati) e termi­na dopo circa dieci chi­lometri a Sedda ar Vaccas.
L’ultimo tratto è piuttosto scosceso.

Da Campo Barjos a Sedda ar Vaccas l’accesso in macchina è consentito solo agli automezzi 4×4 previa autorizzazione da richiedere al comune di Urzulei (tel. 0782.649023).

Siparte: l’ampio pianoro e lincredibile Pischina Urtaddala
Su Pinnettu di Natteddu si trova appena a monte dello spiazzo terminale della pista che dal valico di Genna Cruxi conduce verso il Supramonte di Urzulei. [Genna Cruxi: sulla 125 al km 25 da Dorgali] 

Qui inizia l’itinerario che attraversa ampio pianoro, arricchito da bellissime piante di tasso, il nonnino del Supramonte; i suoi antenati, infatti, erano già presenti nel Cretaceo, almeno 70 milioni di anni fa. 

Al termine del pianoro una deviazione sulla destra porta, dopo una ripida discesa, alla stupefacente grotta aperta di Pischina Urtaddala.

La grotta, parzialmente allagata, ha rappresentato la risorsa idrica più importante per i pastori della zona. Il bordo interno della piscina” è ricoperto da rigogliosi ciuffi di delicata capelvenere.
L’acqua è freschissima, l’ambientazione, soffusa di tonalità grigio-verdastre, assolutamente surreale. 

Giunturas: canaloni, laghetti smeraldini e rocce multiformi
Partendo da Pischina Urtaddala, si risale il ripido pendio e si scollina; il colpo d%u2018occhio è scioccante.
Il sentiero segue il rapido degradare di S’ischina %u2018e S’arraiga, dorsale che separa il tratto finale della Codula Orbisi (est) dalla Codula del Flumineddu (ovest) sino all’incontro dei due canaloni a Giunturas.

Sulla destra si osservano una serie di picco­li laghi rinchiusi tra pareti incredibilmente stratificate.
I sedimenti sono disposti a stra­ti longitudinali, ordinati e sovrapposti, testimonianza eloquente di quando l’intera vallata fu, all’incirca 150.000 anni fa, pro­gressivamente invasa dall’acqua.

In alto è ben visibile la Grotta Donini, da cui fuoriesce, durante le piene, la spettacolare cascata di Su Cunnu %u2018e S’ebba.

In alto a ovest si vedono le ultime propaggini della foresta Sas Baddes, da cui spiccano i Nuraghi Mereu e Gorroppu.

Lungo la codula: splendidi oleandri, ontani neri e profondi canyons
Da Giunturas si prosegue lungo il percorso della codula, via via più angusto, tra splendidi oleandri e filari di ontano nero.

I grandi massi levigati lasciano intuire la furia delle piene.
L’acqua, che durante i temporali vi converge in grandi quantità dalle Codule Orbisi, Flumineddu e Titione prima di infilarsi nel canyon sempre più stretto, esercita una pressione sulle rocce che smuove e leviga in continuazione. 

Nella gola di Gorroppu
La gola vera e propria di Gorroppu ha inizio con la Pischina Gorroppu, la prima di una serie di piccoli laghi dalle acque smeraldine.
Sulla destra’della piscina si può salire lungo un sen­tiero che costeggia la gola.
Ben presto s’incon­trano i salti percorribili solo con l’ausilio delle corde.
Il ritorno a Sedda ar Vaccas e piuttosto faticoso. 

A chi rivolgersi
Per gustare in tranquillità l’escursione, e per suggerimenti alternativi, rivolgersi alla coope­rativa Servizi Turistici Gorroppu (tel. 0782.649282), che ha sede nei locali situati nel valico di Genna Cruxi.

Domenico Ruju