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I FUNGHI
Sono i demolitori della natura, si accaniscono sui grandi alberi di leccio caduti che giacciono al suolo ormai inermi.
La foresta del Supramonte è un vero eden per il micologo.
Funghi piuttosto rari altrove trovano qui condizioni eccellenti per svolgere la loro insostituibile funzione.
[foto: Porcino, di M.Vacca
Saprofiti
I saprofiti aggrediscono i grossi tronchi, i rami marcescenti, le singole foglie, decomponendo le sostanze organiche ormai morte sino a trasformarle in sostanze chimiche più semplici, di cui possono nutrirsi.
Così facendo liberano il bosco e lo arricchiscono di humus. Ricordiamo:
- il Phyllotopsis nidulans, dal vistoso colore giallo, che preferisce i recessi umidi del bosco
- il raro Mlianophyllum haematospermurn, che predilige i terreni più ricchi di azoto
- il bellissimo Hericium clathroides che può raggiungere dimensioni notevoli e ricorda curiosamente un insieme di pettini sovrapposti
- il Marasmius epiphyllus, di piccolissime dimensioni e specializzato nell’attaccare le foglie morte
- la rara Mycena oortiana, che cresce sui legni marcescenti in fitte famigliole ed emana un possente odore di iodoformio.
Parassiti
All’ombra della grande foresta i funghi parassiti, intanto aggrediscono alberi vivi.
Approfittano di ogni ferita della corteccia per arrivare con le ife del micelio all’interno del fusto nutrendosi a danno della pianta. Ricordiamo:
- l’Hericium erinacea che s’insedia in modo originale sul tronco dei lecci, a qualche metro dal suolo
- lo Scenidium nitidum che ricorda curiosamente un favo con i suoi pori perfettamente esagonali.
I funghi micorrizici
Infine due parole sui funghi micorrizici, che si nutrono delle sostanze organiche elaborate nel processo fotosintetico dell’albero e, a loro volta, mettono a disposizione della pianta-ospite una maggiore quantità di acqua e sali inorganici attraverso la fitta trama del manto micorrizico.
Tra loro c’è il bellissimo Boletus pulchrotinctus, vagamente soffuso di rosa, e il Tuber aestivum, un prelibato tartufo nero che i ghiotti cinghiali del Supramonte ricercano assiduamente sconvolgendo il suolo con metodiche rugate.