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LA FORESTA DI LECCIO, SU PADENTE
Alcuni frammenti superstiti, sparsi qua e là nel Supramonte, non hanno mai conosciuto la violenza della scure.
Sono autentici santuari della natura, silenziosi testimoni, austeri e tenebrosi, di quello che doveva essere il patrimonio boschivo appena un secolo fa.
Sono alberi enormi, altissimi, e tronchi rugosi con circonferenze sui quindici metri non sono un’eccezione.
Molte piante sono ferite, scavate, contorte, sofferenti;
portano i segni delle folgori, dei venti, della neve e dell’età.
Eppure sopravvivono, anche se molte sono cadute e giacciono,
giganti inermi, in pose scheletriche.
[foto: Grande leccio