TAVOLARA > LA VEGETAZIONE
Fuori dall’acqua, tra i calcari di Tavolara e i graniti delle isole minori, l’apparente scarsezza di copertura vegetale contrasta con una straordinaria ricchezza di endemismi botanici e di ambienti con macchia alta e varia.
Molara
è attraversata da valloni in cui grandi castagni, olivastri, lecci e ginepri testimoniano la presenza di importanti falde d’acqua che sfociano in molte sorgenti.
Così l’isola, che osservata dal mare appare brulla ed inospitale, si rivela invece una incredibile oasi di verde, anche nel caldo periodo estivo. (Foto a lato, Euphorbia dendroides)
A Tavolara
parte della copertura arborea è stata sacrificata in epoca storica come combustibile per la produzione della calce.
Di questo processo di disboscamento parlano le bocche dei numerosi forni che si affacciano sul lato occidentale dell’isola e alcuni camminamenti artificiali che consentivano il trasporto del legname.
Ma salendo in vetta si scoprono boschi di aceri minori, olivastri, lentischi, lecci e ginepri di dimensioni inaspettate.
A Tavolare e isole satelliti, crescono ben 34 piante endemiche, di cui sette sono state descritte per la prima volta sulla base di esemplari raccolti sull’isola.
Di queste l’Asperula deficiens è esclusiva di Tavolara ed è per questo una delle piante più rare del mondo.
Così lungo i sentieri e tra i dirupi è possibile scoprire piante altrove molto localizzate come la Centaurea horrida, un paleoendemismo che forma classici pulvini spinosi nella zona di Punta Timone, e la Centaurea filiformis (foto a lato), dai ciuffi spettinati, diffusa un po’ dovunque sui calcari. Vicino ai ristoranti si incontrano i fiori viola e bianchi del semprevivo (Limonium sinuatum), che purtroppo viene raccolto a fasci dai turisti, incoscienti del danno che creano; vicino al mare, ma anche a 100 metri di altezza, vive il Limonium hermaeum, endemismo dei calcari occidentali della Sardegna, il cui nome ricorda la denominazione romana dell’isola, Hermaea insula appunto.
Più in alto ai piedi delle falesie si incontrano nelle zone in ombra i calici azzurri della Campanula forsythii.
Indifferente al substrato, l’Erodium corsicum colonizza le spaccature: è un piccolo geranio endemico di Sardegna e Corsica.
Un consiglio
per chi conosce le isole bruciate dal sole nel periodo estivo, la primavera vi offrirà uno spettacolo inaspettato, una ricchezza di colori che interrompono le diverse gradazioni di verde insinuate tra le rocce: quasi la sensazione di trovarsi in un altro ambiente.
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