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TAVOLARA > GLI SMISURATI TOPI …

 

 

[…] l’Isola di Taulara nominata per le sue capre selvatiche, si nomina pure per i suoi smisurati topi. Gente approdata in quest’isola ne trovò in qualche parte il terreno sì fattamente smosso, che il credette opera de’ porci. Non mi è potuto finora avere di tali topi dalla Taulara medesima, per cagione, che con timore vi si approda, è altrimenti che in buona compagnia e con forze, per ragion de’ corsari di Berberìa, li quali spesso vi si appiattano. Di somiglianti sterminati topi se ne trovano pure nella isola di san Pietro […] e due pelli ne ebbi in seguito; le quali veramente mi parvero grandi: in una trovai dall’estremità del muso al principio della coda pollici otto e tre linee[…] Alla dentatura riconobbi, che l’animale era veramente del genere de’ topi […] bastevole argomento mi fornirono i piedi […] Riconobbi allora, che quelle pelli non erano se non le spoglie del comun topo di Sardegna […] che i naturalisti chiamano: Mus domesticus major […] e per questa ragione altro che la comun spezie non saranno i grossi topi di Taulara , di Molara, e se in altre isole adiacenti se ne trovano. Saranno avanzi di popolazioni antiche, prosperanti maggiormente mercé la pace e la solitudine, in cui vivono. In questi topi pertanto di Taulara, e d’altre isole adiacenti, non si contiene verun animal nuovo da aggiungere a’ quadrupedi sardi […]

Così nel 1774 nella “Appendice alla storia naturale dei quadrupedi di Sardegna” Francesco Cetti risolve il problema degli smisurati topi di Tavolara. 

Forse le sue conclusioni furono affrettate. C’è ragione di ipotizzarlo perché a Tavolara si rinvengono resti fossili e non ancora fossilizzati di un altro roditore, il Prolagus sardus, che, sopravvivendo a diverse invasioni faunistiche nell’isola, fu una componente fondamentale della dieta dell’uomo in Sardegna nel paleolitico e nel neolitico. Lo testimonia l’abbondanza di resti scheletrici rinvenuti in grotte abitate dall’uomo, come la grotta Corbeddu  nei pressi di Oliena.

Il prolago, il cui ceppo originario sembra derivare dalla Mongolia, raggiunse in ondate successive Corsica e Sardegna, sfruttando l’abbassamento del livello marino fin dal periodo miocenico. Era un lagomorfo, della taglia di una cavia e un peso di circa 800 gr. Viveva nutrendosi di vegetali in un ambiente simile a quello oggi presente a Tavolara caratterizzato da bosco, rocce e macchia mediterranea.

Probabilmente si estinse perché entrò in competizione con roditori “moderni”, come il ratto e non, come si potrebbe pensare, per la predazione dall’uomo.

Nella foto, Cranio di prolagus

 

 

 

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