VILLA DI TIGELLIO
- cosa: resti di un quartiere della Karales romana
- età: fine del I sec. a.C. con frequentazioni fino al VI/VII sec. d.C.
- motivi per una visita: frammenti di affreschi, un lembo di mosaico pavimentale, le colonne…
- dove: Via Tigellio
- a chi rivolgersi:
Istituto per i Servizi Sociali “S. Pertini”
Ass. “Rotaract”
Ass. “Leo Club”
Descrizione:
Il complesso, noto con il nome di “Villa di Tigellio”, perché originariamente attribuito al ricco e stravagante cantore romano, è in realtà un lembo di un elegante quartiere residenziale della Karales romana. Sono attualmente visibili i resti di tre abitazioni adiacenti affiancate ad uno stretto vicolo che le separa da un’area in cui sorgeva un complesso termale, di cui sono conservati resti del pavimento del calidarium, stanza dei bagni d’acqua o di vapore.
Più precisamente…
Le tipologie edilizie richiamano quelle della domus romana, articolata longitudinalmente in vani la cui disposizione e funzione obbedivano a canoni ben determinati. Nelle domus cagliaritane è ben riconoscibile l’atrio, in cui l’impluvium, sorretto da quattro colonne, consentiva la raccolta dell’acqua piovana in una cisterna posta al di sotto del pavimento, e, comunicante con l’atrio, il tablino, sorta di studiolo di pertinenza del padrone di casa. Piccoli ambienti destinati alla notte, i cubicula, erano disposti ai lati o posteriormente all’atrio.
Gli scavi
Effettuati in varie riprese a partire dall’Ottocento, avevano restituito decorazioni murali e mosaici pavimentali di pregio, da cui erano derivate, a due delle domus, le denominazioni di “casa degli stucchi” e “casa del tablino dipinto” (il tablino era una sorta di studiolo di pertinenza del padrone di casa, ben riconoscibile nelle domus cagliaritane). Attualmente sono visibili alcuni frammenti di affreschi, un lembo di mosaico pavimentale policromo, un pavimento costruito con la tecnica dell’opus signinum, con tessere in marmo bianco inglobate nel cocciopesto.